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Quel periodo della nostra storia recente che va sotto il nome di "miracolo economico" e che segnò l'avvento di un effimero benessere, in letteratura aveva trovato finora testimonianze solo ironiche o grottesche. Oggi questo romanzo di Castellaneta invita a rivisitare i momenti più tipici, anche in chiave di costume, con una maggiore serenità di giudizio.
E' il tempo delle prime spiders, delle canzoni dei Platters, delle rotonde sul mare. Dall'America arrivano i nuovi modelli di divertimento: i flipper, le sale di bowling e le piste di go-kart. Si lavora per guadagnare e si guadagna per il gusto di spendere. Ed è in questa cornice, e all'interno di una famiglia (quella di un nascente capitano d'industria) che si svolge la storia immaginata da Castellaneta: quella di un amore impossibile, o meglio di una passione idealizzata.
Anni beati è dunque la cronaca di un lungo anelito amoroso, e insieme il ritratto di una generazione che visse, a vent'anni, quel momento di promesse e di slanci. E se questo romanzo appare per molti versi esemplare è proprio perchè, a quell'epoca, il senso del dovere e il senso del peccato si fondevano, spesso con esiti di netto romanticismo. Vi è in queste pagine una cert'aria "fitzgeraldiana" (dove però l'ironia fa da correttivo alla nostalgia) che finisce per fare di Anni beati il rsoconto di una grande illusione: quella del protagonista, e di coloro che l'hanno vissuta.