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Tony Johnson è un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri come tanti, nato e cresciuto a New York in una famiglia a prima vista normalissima. A scuola è un ottimo studente e ha sempre goduto dell'amicizia e della stima di compagni e insegnanti. Ma dietro questa tranquilla facciata, come spesso accade, si è a lungo nascosta la realtà di una vita di violenze e maltrattamenti: Tony è stato per anni umiliato senza ragione dai genitori, che l'hanno sistematicamente costretto a dormire sul pavimento, picchiato e spinto a subire le violenze sesssuali degli amici. A undici anni, finalmente, ha trovato il coraggio di chiamare il telefono azzurro americano e ha così incontrato i suoi salvatori: un uomo e una donna, entrambi operatori sociali che, conosciutisi al suo capezzale, si sono innamorati, si sono sposati e l'hanno adottato. Per la prima volta Tony ha conosciuto la confortante normalità di una famiglia. Una storia a lieto fine, dunque? No, perché due anni dopo l'adozione su di lui si è abbattuta una diagnosi terribile: AIDS.

Ho chiesto di avere le ali è la storia vera, narrata in prima persona, di quest'avventura sconvolgente. Ma non è neppure per un istante un libro mesto e sconsolato; piuttosto, la celebrazione dei valori della solidarietà, della tolleranza e dell'amore che plasmano l'esistenza di questo giovane coraggioso e quella dei personaggi che lo circondano; i genitori adottivi; l'amico del cuore David, un ragazzo indurito dalla strada ma capace di grandi slanci affettivi; il gatto R.I.; l'allenatore di baseball Facciadicane... Anche contro la malattia Tony ha saputo combattere con coraggio e forza, appoggiandosi ai suoi cari e a Jack Godby, figura carismatica della lotta contro l'AIDS, subito divenuto suo grande amico. Ma l'atto più significativo che ha compiuto è stato quello di scrivere questo libro: una vicenda umanissima e toccante, ma soprattutto il documento di come sulla crudeltà e la violenza possa trionfare l'amore della vita.