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Questi che vi presentiamo sono ''frammenti di vita'' nel senso più autentico del termine, perché colti in presa diretta nella drammatica realtà di uno dei tanti ambienti maledetti creati dalla civiltà contemporanea. 

La vita si svolge in un centro minerario dove si agita, lavora, soffre e spesso silenziosamente muore l'oscuro sottomondo di un proletariato di emigrati all'ultimo limite della condizione umana e dove spesso, tragicamente, si riflette un dramma di solitudine e di disamaore, in uno squallore spirituale senza sponde. 

In questo piccolo universo nero, una traccia di luce: una donna che si muove anonima e silenziosa, totalmente disponibile verso quei relitti umani che non sono <<numeri senza nome>>, ma esseri umani a pieno diritto e dignità. Forse questa piccola donna (infermiera, sorella, assistente sociale?) e soprattutto amica dei minatori, è un pò il simbolo di quella femminilità e di quella << pietas >> che la tradizione cristiana ha visto nel gesto di Veronica, e, più ancora, in quello della Pietà, con tutto il suo carico di portata universale.