Biblioteca libri

C'è nella vita di tutti il momento del rendiconto.

Un attimo di sosta nel lungo, diuturno peregrinare per fermarsi a riflettere, a verificare progetti e ambizioni, a riprender fiato.

C'è chi lo fa guardando avanti e chi rispolverando il passato, chi col cipiglio duro che gli anni gli hanno impresso e chi con l'aerea dolcezza della fantasia.

L'Autore ha scelto quest'ultimo itinerario, il più impervio perché il più fuggente, per ridisegnare pensieri, rivedere tematiche, ritrovarsi.

Il suo romanzo, che è pure la sua opera prima, si popola di figure e di nomi che hanno riempito la sua infanzia e la sua adolescenza: figure mitiche e nomi sognanti che cullano la sua avventura onirica.

In ogni pagina c'è il ricordo di qualcosa che avrebbe potuto esserci e non ci fu, ma anche lo sgomento che non possa mai più esserci.

Come nel sogno la realtà si fa enigma e non è facile tentar di capire la radice del suo DIRE, perché cela sempre il viluppo dei sentimenti e il groviglio delle delusioni, la speranza di un futuro diverso e il terrore di non poterlo più gestire.

La narrazione ha toni e timbri da favola, dentro alla quale i personaggi si muovono come sospesi nel vuoto, tremule figure squassate da una natura cruda e che l'Autore protegge e difende.

Ciò che è da una parte e, dall'altra, ciò che si vorrebbe; in mezzo c'è ''la barriera'' ad ingabbaire ed intristire speranze.

Non resta che affidarsi alla fantasia e cavalcare con essa la favola della vita.

Che, se è favola per davvero, è bella e non avrà mia fine.